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ESCA.
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ESCA.
Definiz: Sost. femm. Quel cibo, col quale si attirano insidiosamente i volatili, e più comunemente i pesci.
Dal lat. esca. ‒
Esempio: Bonich. Bind. Rim. B. 198: Chi pesca a' pesci, e chi pesca a' denari; Ma diversa esca vuol ciascuna nassa.
Definiz: § I. E per similit., riferito anche ad altri animali. ‒
Esempio: Sacch. Nov. 2, 236: Giunti con l'esca e con argomenti, perchè la cosa andasse cheta, il trassono (il porco) del porcile.
Definiz: § II. In locuz. figur. ‒
Esempio: Cavalc. Med. Cuor. 233: Cautamente conviene pensare il lacciuolo occulto, e l'amo posto all'esca del diletto.
Esempio: Bocc. Laber. 40: I cattivelli che attorno vanno, avendo nell'esca nascosto l'amo, prendono senza lasciare.
Esempio: Rinaldesch. Espos. Salm. 138: Guardati dall'esca, se ti vo' guardare dalla trappola. L'esca sono quelle cose che più ami nel mondo.... Guardati adunque dall'esca, se non ci vogli essere preso dall'amo.
Esempio: Sacch. Nov. 2, 221: Sempre [il demonio] sta avvisato di pescare, e d'uccellare con nuove esche,... per pigliare l'anime.
Esempio: Tass. Rim. 1, 8: Se questo è il cibo, ov'io son preso al laccio, Come son dolci l'esche e dolci gli ami!
Definiz: § III. E figuratam. per Qualsivoglia allettamento, col quale si cerchi d'ingannare altrui; onde le maniere Andare all'esca, Venire all'esca o Correre all'esca, Rimanere all'esca, e simili, per Lasciarsi trarre in un inganno con allettamenti; e Prendere all'esca o Cogliere all'esca, e simili per Ingannare con allettamenti. ‒
Esempio: Petr. Rim. 1, 47: Chi mi conduce all'esca, Onde 'l mio dolor cresca?
Esempio: Bern. Orl. 33, 68: Acciò s'alcun, tirato dagli odori, E dalla vista del liquido ghiaccio, Venisse all'esca, ancor uscisse fuori.
Esempio: Car. Trad. gr. 123: Poichè vennero le invidie, le contenzioni, e l'astuta tirannia del serpente, che di continuo ne tenta con l'esca de' piaceri,... la nostra cognazione fu stracciata in diversi nomi.
Esempio: Tass. Gerus. 4, 26: Prendi, s'esser potrà, Goffredo all'esca De' dolci sguardi, e de' bei detti adorni.
Esempio: Adr. M. Plut. Vit. 5, 164: Preso a quest'esca Antonio, e fatto maneggiabile, Cicerone più arditamente s'oppose agl'introduttori di queste novità.
Esempio: Fiorett. B. Proginn. 4, 148: Le donne, e più le donzelle, come vanagloriose, facilmente si lasciano insidiare con l'esca degli onori.
Esempio: Capp. Longob. 181: A quell'esca fu colta persino l'eccelsa mente dell'Alighieri.
Definiz: § IV. Vale altresì Cibo, Nutrimento, così dell'uomo, come degli animali: ma in tal senso è oggi proprio più che altro della poesia. ‒
Esempio: Ug. Pac. Rim. Z. 466: Come esca ad affamato ch'a sè il tira.
Esempio: Esop. Fav. S. 88: Venendo poi meno l'esca alla donnola, e non abbiendo donde pascersi, cominciò a toccare de' polli del villano.
Esempio: Giamb. Oros. 93: Le malvagie bestie, sollicitate per lo diletto dell'esca, seguitavano l'oste che perìa.
Esempio: Cresc. Agric. volg. 116: Il seme suo (della canapa) è ottimo per gli uccelli, e volentieri lo beccano e piglian per esca.
Esempio: Dant. Purg. 2: Se cosa appare, ond'elli (i colombi) abbian paura, Subitamente lasciano star l'esca, Perchè assaliti son da maggior cura.
Esempio: Vill. G. 883: E quasi non rimasono colombi e polli, per difetto d'esca.
Esempio: Leggend. SS. M. 3, 174: Prendi la tua esca, acciocchè tu ti possi riposare.
Esempio: Sacch. Nov. 2, 123: E sceso da cavallo, lo invitò a bere. Piero disse:.... Io ne vengo; e mostragli le castagne, e dice: e anco ho l'esca da me.
Esempio: Ar. Orl. fur. 1, 67: Non è la colpa vostra, Ma del cavallo, a cui riposo od esca Meglio si convenia, che nuova giostra.
Esempio: Anguill. Ovid. Metam. 3, 210: Quanto agli agricoltor contento apporti Dar loro albergo ed esca ne' lor orti.
Esempio: Buonarr. Fer. 5, 3, 8: E divisi e fatti in pezzi, Lasciargli esca di corvi e di mulacchie.
Esempio: Segner. Mann. ott. 23, 1: Tu prega Dio che ti dia lume ad intendere il tutto bene, affinchè quando chiedi a Dio questo pane, non l'abbi a chiedere come i giumenti gli chieggon la lor esca.
Esempio: Fiacch. Son. pastor. 105: Un incauto usignuol tra fronda e fronda L'esca ne porta alla sua prole amata.
Definiz: § V. E in locuz. figur. e figuratam. ‒
Esempio: Cavalc. Pist. Eust. 374: Però dice il giusto Iddio: Distruggerò lo dio ventre, e l'esche a lui offerte.
Esempio: Petr. Rim. 1, 206: I' non curo altro ben, nè bramo altr'esca.
Esempio: Cas. Poes. 1, 41: Sì 'l core anch'io, che per sè leve fora, Gravato ho di terrene esche mortali.
Esempio: Tass. Gerus. 13, 79: E disgombrando la cagion del male, A cui le membra sue fur cibo ed esca, La rinfranca e ristora.
Esempio: Leopard. Poes. 56: Là dove l'insano Costume ai forti errori esca non porse, Negli ozj oscuri e nudi Mutò la gente i glorïosi studi.
Esempio: Giobert. Ges. mod. 2, 242: L'esca, la radice, l'anima dell'amistà non è l'amore?
Definiz: § VI. Pur figuratam. dicesi per Qualsivoglia materia, onde si alimenti il fuoco, la fiamma, e simili. ‒
Esempio: Car. Eneid. 1, 282: Acate fece in pria selce e focile Scintillar foco, e diegli esca e fomento.
Definiz: § VII. E riferito a passioni, e specialmente a quella dell'amore, intendesi di Tutto ciò che può dare alimento alla passione stessa, o fare che essa si accenda. ‒
Esempio: Petr. Rim. 1, 120: I', che l'esca amorosa al petto avea, Qual maraviglia, se di subit'arsi?
Esempio: Bern. Orl. 66, 5: Troppa esca avea, troppi mantici al core Di sdegno, di ragion, d'ardir, d'amore.
Esempio: Tass. Gerus. 1, 48: E sempre ha nel pensiero e l'atto e 'l loco In che la vide, esca continua al foco.
Esempio: E Tass. Gerus. 5, 25: Che 'l reo demon, che la sua lingua move Di spirto in vece, e forma ogni suo detto, Fa che gl'ingiusti oltraggi ognor rinnove, Esca aggiungendo all'infiammato petto.
Esempio: E Tass. Rinald. 9, 18: Esca diviene di sì nobil foco.
Esempio: E Tass. Rinald. 9, 39: Più diviene ardente Per novell'esca il vecchio odio e rancore.
Definiz: § VIII. Esca, dicesi altresì Quella materia facilmente incendiabile, che si fa di diversi vegetali, e più comunemente con certi funghi, a ciò preparati, detti perciò Funghi da esca, la quale si pone sulla pietra focaia, e serve a raccogliere e dar alimento alla scintilla. ‒
Esempio: Dant. Inf. 14: Onde l'arena s'accendea com'esca Sotto il focile.
Esempio: Bemb. Rim. 27: Come s'ei fosse pur di solfo e d'esca.
Esempio: Gell. Capr. Bott. 24: Che vuole egli dire, che tu peni tanto a accendere cotesta esca?
Esempio: Buonarr. M. V. Rim. G. 204: E tant'è folle (leggera, la oscurità), Che l'esca col fucil la squarcia e fende.
Esempio: Mattiol. Disc. 2, 892: Trovasi nelle radici della farfara.... una certa lana bertina, la quale nettandosi benissimo dalle squame,... diventa la più mirabile esca per accendere il fuoco con l'acciaiuolo.
Esempio: Soder. Cult. Ort. 118: Sono ancora certi funghi che fanno l'esca, i quali ec.
Esempio: Ginann. Malatt. Gran. 157: Essi non sono atti ad accendere la polvere di archibuso nè quella materia che si mette sopra la pietra focaia per appiccarvi il fuoco col fucile, e dicesi esca.
Esempio: Lipp. Malm. 2, 56: Trovò fucile, ed esca, e legni vari, Onde un buon fuoco in un cantone accese.
Esempio: Manz. Prom. Spos. 147: Cava fuori esca, pietra, acciarino e zolfanelli.
Definiz: § IX. In locuz. figur. ‒
Esempio: Bard. G. Disc. Calc. 33: E porge a i giovani, i cui sangui ribollono, l'esca e il focile del fare la rissa, e d'accender il fuoco dell'ira.
Definiz: § X. Essere asciutto come l'esca, o Bruciare come l'esca, dicesi proverbialmente di Chi sia affatto sprovvisto di denari. Ed Essere asciutto come l'esca, dicesi anche di Tasca o Scarsella, che sia affatto vuota di denari. ‒
Esempio: Panant. Poet. Teatr. 7: La scarsella Del giovine era asciutta come l'esca.
Definiz: § XI. Metter l'esca accanto, o presso, al fuoco, dicesi in modo proverbiale per Metter altri o sè stesso nel pericolo d'innamorarsi. ‒
Esempio: Pulc. Luc. Ciriff. Calv. 1, 48: Lassa, pel tanto suo dolce parlare Io m'accostai, o sventurata, al fuoco: E' cominciò con meco a motteggiare, Pur d'amor sottraendo a poco a poco. Vero è il proverbio, e non si può negare, Non metter l'esca troppo presso al fuoco.
Definiz: § XII. Pigliar fuoco come l'esca, dicesi propriamente di legna o altra materia che di subito si accenda; e figuratam. di persona che si lasci facilmente prender dall'ira.